La forte presenza degli spiriti in ogni aspetto della vita quotidiana, è sicuramente uno degli aspetti più affascinanti della cultura laotiana. Nonostante il buddhismo sia la religione più diffusa del paese, sotto la superficie scorre ancora una forte vena animista, dove spiriti e sciamani ancora una grande importanza. Un tratto culturale, questo, che accomuna il Laos alla vicina Thailandia. In particolare alla zona più rurale della Thailandia, l’Isaan, abitato da una popolazione in cui l’elemento etnico lao è predominante. Tra gli spiriti del Laos, di particolare importanza è il Phi Fa.
Lo spirito guaritore
In realtà esisterebbero due diverse tipologie di Phi Fa, il primo è lo spirito di un antenato che ha vissuto in una famiglia rispettata durante molte generazioni. Il secondo è invece uno spirito che ha scelto di restare nel villaggio, accanto ad una persona con una forte fede spirituale che molto spesso è una donna. In entrambi i casi si tratta di spiriti guaritori, di solito invocati con rituali specifici soprattutto quando un malato inizia la guarigione al termine di una seria malattia.
Abbiamo visto che i Phi Fa spesso vivono al fianco di donne, il che spiega motivo per cui molti sciamani tra Laos ed Isaan sono di genere femminile. Uno dei compiti dello sciamano è di chiedere al Phi Fa quale spirito sia responsabile di una certa malattia, nel caso in cui non si riesca a capirlo. Per mettersi in contatto con il Phi Fa si eseguono danze e canti, accompagnati da melodie musicali in cui un ruolo centrale è tenuto dal khaen, la tradizionale armonica laotiana fatta di bamboo.
Le leggende
Il Phi Fa è ancora oggi molto presente nel panorama spirituale laotiano, tanto che diversi villaggi lo festeggiano poco prima del capodanno. Per farlo utilizzano delle piccole barchette adornate di fiori, le stesse che puoi vedere durante la festa del Loy Krathong. Il Phi Fa gioca un ruolo di primo piano nell’epica nazionale del Laos: il Phra Lak Phra Lam, un’adattazione locale del Dasaratha Jataka, ossia la narrazione di una delle vite precedenti del Buddha, nella forma del bodhisattva Rama. A volte i Phi Fa sono chiamati Phaya Taen, ma questi avrebbero in realtà origine divina.
Phi Fa è un nome che ritorna anche in un’altra importante epica laotiana. Come il compianto Claudio Bussolino scriveva qui, lo troviamo nel Khun Borom ossia il mitologico racconto della nascita stessa del Laos. Phi Fa fu il principe dell’odierna Luang Prabang costretto nel XIV secolo a rifugiarsi ad Angkor con i suoi quattro figli. Tra i figli anche quel Fa Ngum, la cui unificazione del paese viene fatta coincidere con l’inizio della storia laotiana. Quando nel 1353 salì al potere di Xieng Tong, diete vita al regno del milione di elefanti, il Laos che conosciamo oggi.
Il Phi Fa oggi
Per i laotiani, il Phi Fa è una figura che incarna un senso di speranza e rinnovamento. In alcuni casi viene addirittura visto come protettore dei villaggi, simboleggiando le aspirazioni di tutta la comunità. Uno spirito da invocare non solo per recuperare energia dopo una malattia fisica, ma un compagno di vita a cui rivolgersi ogni qual volta ce ne sia bisogno. Una sorta di guida spirituale che lo sciamano invita a partecipare a rituali collettivi, prendendo parte alle danze. Un’occasione che sembra un momento di festa, ma che rivela il profondo lato spirituale della cultura laotiana.