Tra le mete più belle ed affascinanti di tutto il sudest asiatico, Luang Prabang ha assunto lo status di patrimonio dell’umanità UNESCO nel 1995. Oggi la meravigliosa città del nord del Laos famosa anche per il suggestivo Tak Bat, questo status rischia di perderlo, almeno a quanto risulta da un rapporto stilato dalla stessa UNESCO. La pubblicazione ha suscitato un vivace dibattito, tanto che le autorità laotiane sono dovute intervenire per confermare che Luang Prabang è ancora patrimonio dell’umanità.
Le cause
I motivi individuati che potrebbero portare l’UNESCO a questa decisione sono diversi. Si va dalla perdita di case e strutture tradizionali nella città vecchia, trasformate in edifici moderni, ai numeri eccessivi del turismo che impatta la cultura locale. Nel 2023 la città ha visto la presenza di oltre 800.000 turisti. Vengono poi messe sotto accuse delle opere in progetto come un ponte sul fiume Nam Khan che prenderà il posto dell’attuale ponte in bambù.
Ma ad essere messa sotto accusa, è soprattutto la diga in costruzione 25km a nord del centro cittadino. La seconda diga della zona, un progetto thailandese, rischia letteralmente di svuotare il Mekong e tutte le attività ad esso correlato. L’iconico lungofiume di Luang Prabang rischia di diventare la sponda di un lago, con evidenti riflessi sul turismo e sulla vita della popolazione locale. Senza contare che i lavori della diga rischiano di provocare terremoti.
Il nodo del turismo
In Laos non c’è il mare, questo significa che l’importanza di Luang Prabang per il settore turistico è vitale. Paradossalmente il boom turistico vissuto dal Laos si sta rivelando controproducente, una città come Luang Prabang non è in grado di assorbire tante presenze. I residenti locali hanno lasciato la città, i monasteri si sono ridotti per fare spazio ad attività commerciali e la cerimonia mattutina del tak bat sembra essere diventata una mera attrazione turistica.
Se lo status di patrimonio dell’umanità ha preservato la città, dall’altro ha imposto numerose limitazioni agli abitanti. Oggi sempre più negozi ed alberghi sono di proprietà cinese, mentre i laotiani non riescono a sopportare i costi della città. Se Luang Prabang dovesse perdere lo status UNESCO, si crede che da un lato ci sarebbe meno attrazione per gli investitori stranieri, ma dall’altro si rischia di dare il via libera alla costruzione di casinò ed altre attività.
L’economia laotiana
Non è quindi chiaro nemmeno se lo status di patrimonio dell’umanità sia di aiuto o no alla città, quello che sembra chiaro è che il turismo è un settore economicamente trainante. Il Laos sta crescendo ad un tasso annuo del 4%, tuttavia l’indebitamento con la Cina ha superato il 60% del prodotto interno lordo. Con il governo che cerca una sua indipendenza puntando proprio sullo sviluppo del settore idroelettrico, da cui la costruzione della nuova diga.
Nel frattempo il Laos assume la presidenza dell’ASEAN, dove dovrà bilanciare la sua politica internazionale con la forte dipendenza da Pechino. Le tensioni attuali dell’area del sudest asiatico sono molte, dalla Birmania al Mar cinese meridionale e le prese di posizione decise a Vientiane potrebbero avere gravi influenze nella regione. Il Laos si trova quindi in una posizione delicata, tra l’altro in un momento di crescita che paradossalmente sta generando problemi.
Luang Prabang non sarebbe la prima città a perdere lo status di patrimonio dell’umanità, basti pensare al caso Liverpool. Tuttavia la situazione che questa splendida città sta vivendo, ci fa riflettere ancora una volta come la crescita economica non sia un bene in sé, ma un processo che va saputo gestire. Proprio come il turismo, che non deve essere ridotto ad una questione di numeri. Il rischio è soffocare nel proprio successo, come sta avvenendo a Luang Prabang.