La base CIA di Kong My, una storia dal Laos

la base segreta di kong my in laos

Come abbiamo spesso raccontato, il Laos è stato pesantemente coinvolto nella Guerra del Vietnam, subendo duri bombardamenti da parte dell’aviazione americana nel corso di operazioni mai dichiarate, come raccontato in uno dei libri più famosi sull’argomento: The Ravens.

Quella guerra sconvolse la vita di gran parte della popolazione laotiana, soprattutto delle minoranze etniche che vivevano lungo i confini con Vietnam e Cambogia. Una storia molto interessante è quella dei Brao e della base americana di Kong My, che divenne una roccaforte anticomunista in un Laos che si faceva sempre più rosso.

Chi sono i Brao

I Brao sono un’etnia tradizionalmente stanziata sugli altipiani del Laos meridionale, particolarmente bersagliata dalla recente storia del sudest asiatico. Prima furono i colonizzatori francesi che, nel 1904, stabilirono artificiosi confini tra Laos e Cambogia dividendo i vari gruppi della stessa etnia. Poi fu la guerra del Vietnam. Il Sentiero di Ho Chi Minh correva infatti lungo il confine tra Vietnam e Laos, molto vicino ai villaggi Brao. Nella zona, qualche decina di chilometri a sud-est di Attapeu, si snodava inoltre il cosiddetto Sentiero di Sihanouk, un ramo del sentiero più celebre.

La regione divenne ben presto oggetto delle mire degli Stati Uniti, che la ritennero strategica nella lotta contro le truppe nordvietnamite. Gli americani, nei primi ’60, impiantarono quindi una propria base nel villaggio Brao di Kong My, distante 34km da Attapeu e 24km dal confine con la Cambogia, nei pressi del fiume Nam Kong. La base era retta direttamente dalla CIA, rifornita regolarmente di viveri e materiale da Pakse e divenne ben presto il centro delle operazioni contro le truppe vietcong ed il Sentiero di Ho Chi Minh. Con l’avanzare delle truppe comuniste del Pathet Lao la base divenne sempre più isolata.

La base di Kong My

Kong My divenne anche il centro di raccolta dei Brao anticomunisti, con lo spostamento di interi villaggi provenienti anche dalla Cambogia. Gli americani costituirono delle squadre con compiti di osservazione del Sentiero di Ho Chi Minh, a volte anche di vere e proprie azioni militari ma senza mai trovare per queste un aperto consenso degli stessi Brao. Per gli abitanti di Kong My, la guerra era una fonte di guadagno con la quale fornire denaro ai loro villaggi per acquistare animali ed altro. A volte, spesso, i Brao mentivano agli americani sul numero dei membri delle squadre per avere più soldi.

La guerra aveva diviso i Brao in campi avversi, comunisti ed anticomunisti, ma il fattore ideologico fu sempre secondario rispetto all’appartenenza etnica. I combattenti tra i due schieramenti avevano spesso parenti ed amici dalla porte opposta del fronte. A significare quanto Kong My divenne un vero e proprio confine, soprattutto con l’avanzare delle truppe comuniste, la fitta presenza di mine antiuomo che circondavano l’area e la rendevano inaccessibile, ma anche una sorta di gabbia dove i rifornimenti americani giungevano per via aerea da Pakse e dalla Thailandia.

Con la vittoria dei comunisti, nel 1975, divenne evidente che per i Brao la scelta del campo in cui combattere fu per lo più dettata dal caso e da fattori esterni, come legami familiari o posizione dei villaggi. I vincitori non fecero rappresaglie contro i vinti, furono anzi diversi i casi in cui i Brao comunisti protessero i Brao sconfitti, salvandoli dal sistema dei “campi di rieducazione” approntati dal Pathet Lao. Oggi a Kong My non resta nulla che rievochi questa vicenda, se non i ricordi dei vecchi della zona e la presenza delle mine che impedisce, a chiunque non sia esperto, di avvicinarsi all’ex base della CIA.

Il Laos è anche questo, una serie di storie perdute nel tempo e nell’immensità dei paesaggi.

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