Il termine palladio deriva dalla dea Atena Pallade, venerata ad Ilio da greci e troiani. Di fatto rappresentava un simulacro che si credeva avesse il potere di difendere la città. Per estensione il termine ha finito per indicare le immagini con particolari poteri difensivi nei confronti delle comunità che le ospitano.
Anche il Laos ha il suo palladio, è una statua del Buddha alta circa 83cm ospitata a Luang Prabang nel tempio di Haw Pha Bang. Conoscere la storia del Phra Bang, da cui il nome della città, significa conoscere meglio anche la storia di Luang Prabang e del Laos.
Prima di arrivare in questo tempio di recente costruzione (i lavori sono infatti terminati nel 2006) ed edificato sul terreno del palazzo reale appositamente per ospitarlo, il Phra Bang è stato protagonista di vicende davvero movimentate. Alcune teorie fanno risalire la sua origine ad un periodo compreso tra il I ed il IX secolo, mentre per quanta riguarda il luogo viene ritenuto essere l’odierna isola di Ceylon, la terra d’origine del buddhismo. Se così fosse ripercorrere la storia del Phra Bang significherebbe anche ripercorrere le tappe della diffusione del buddhismo di scuola Theravada nel Sud-Est asiatico.
La storia
Tuttavia alcuni studiosi negano la sua provenienza, ritenendolo realizzato in epoca più tarda da artigiani khmer. Proprio in territorio khmer il Phra Bang finirà per legarsi indissolubilmente alla storia del Laos. Siamo nel XIV secolo, quando Souvanna Khamphong, sovrano di Muang Swa caccia dal regno un suddito colpevole di avere sedotto una delle sue concubine. Il fuggitivo, insieme alla famiglia tra cui il figlio Fa Ngum, si rifugia ad Ankgor nell’odierna Cambogia. Qui Fa Ngum cresce e sposa una principessa khmer finché, nel 1350, insieme al padre torna a Muang Swa con un esercito khmer per conquistarla.
Fa Ngum diventerà il primo re di Lan Xang, il regno che viene ritenuto essere progenitore del moderno Laos. Da Angkor il nuovo sovrano ha portato con sè una statua del Buddha, proprio il Phra Bang, in nome del quale rinomina Muang Swa che diventa Luang Prabang. Come spesso accade la traslitterazione dal laotiano non è univoca, questo fa sì che il simulacro sia conosciuto in diversi modi tra cui Pra Bang, Prabang, Phabang e Pha Bang. Ma le avventure di questa statua in bronzo e ricoperta d’oro, raffigurante un Buddha con i palmi protesi in avanti non sono finite, anzi.
Uno dei successori di Fa Ngum, re Setthathirath, nel 1563 temendo un’invasione birmana sposta la capitale del regno in quella che è oggi Vientiane, portando con sé il Phra Bang. La storia del Sud-Est asiatico è storia di lotte, di imperi che splendono e decadono, nulla di umano è mai per sempre in Asia. Infatti per sfuggire ai birmani il Phra Bang cade nelle mani dei thai che a più riprese saccheggiano Vientiane. Portata una prima volta in Thailandia nel 1778, la statua viene restituita nel 1782 quando i thailandesi le attribuirono una serie di sventure abbattutesi sul paese. La storia si ripete nel XIX secolo, con il Phra Bang sottratto nel 1828 e restituito nel 1867 al popolo laotiano.
Visitare il Phra Bang
Oggi il Phra Bang rappresenta uno dei simboli di identità collettiva più amati in Laos, sebbene secondo alcune voci quello ospitato nel Haw Pha Bang sia una copia, con l’originale al sicuro in una banca di Vientiane. Secondo altri l’originale sarebbe stato ceduto ai russi in cambio di aiuti nel 1975, il che non fa che rendere ancora più affascinante la storia di questa statua. Originale o copia che sia il Phra Bang rimane molto venerato, a voi non resta che ammirarlo insieme al palazzo reale di Luang Prabang.
Il tempio si trova nell’angolo sudorientale del palazzo reale in Sisavangvong road. L’accesso al tempio è incluso nel biglietto per la visita al museo del palazzo reale. Per le visite gli orari d’apertura sono dalle 8 alle 11.30 del mattino e dalle 13.30 alle 16 del pomeriggio. Giorno di chiusura il giovedì.