Il Laos punta sulle criptovalute, una scommessa azzardata?

laos e criptovalute

A giudicare da quanto dichiarato dalle autorità di Vientiane, settembre potrebbe diventare il punto di partenza per una svolta nella vita economica del Laos. Un comunicato ufficiale ha infatti recentemente dichiarato che uno dei paesi più chiusi del sudest asiatico, potrebbe invece aprirsi ad uno dei temi più innovativi del pianeta: le criptovalute.

Da oggi in Laos sarà quindi possibile minare e scambiare valuta digitale, nello specifico Bitcoin, Ethereum e Litecoin, il tutto ad appena un mese di distanza da un altro comunicato ufficiale, da parte della banca centrale, che ammoniva aziende e privati dall’usare criptovalute.

Il progetto del Laos sulle criptovalute

In realtà non c’è stata una e propria liberalizzazione, ma la creazione di un progetto pilota in cui sei aziende (tra cui una banca) sono autorizzate a fare mining e trading mentre una commissione governativa, composta da vari ministeri, dalla Bank of Laos e dalla società Electricité du Laos lavoreranno sugli aspetti normativi per regolare le nuove attività.

Dietro l’improvvisa decisione delle autorità laotiane ci sono diverse ragioni, soprattutto di ordine economico, che convergono nella necessità di far ripartire un’economia duramente colpita dalla pandemia che ha praticamente azzerato gli introiti derivanti dal turismo nel paese.

Il Laos è un grande produttore di energia elettrica, grazie alla creazione di controverse dighe con capitale cinese, tanto da generare un’eccedenza rispetto alla domanda interna, peraltro diminuita in tempo di Covid. Privo di accesso al mare e lontano dalle rotte commerciali più importanti del sudest asiatico, il Laos vede nell’elettricità la risorsa per ridurre il suo debito stimato intorno ai 14 miliardi di dollari. Tuttavia diversi analisti si dicono preoccupati per la vicinanza del Triangolo d’oro e per l’aumentata attività dei vari gruppi di narcotrafficanti, che potrebbero inserirsi utilizzare il Laos e le criptovalute per fare affari illeciti.

In realtà dietro alla decisione delle autorità laotiane ci potrebbe essere anche un altro motivo, ossia quello di approfittare del recente ban che Pechino ha posto nel territorio cinese proprio al mining ed al trading di criptovalute. La decisione delle autorità cinesi arriva in un contesto internazionale in cui le istituzioni premono per una regolazione del mondo delle criptovalute, mentre da più parti si attacca il mining per conseguenze ambientali dovute al consumo energetico richiesto. Il Laos avrebbe quindi colto l’occasione per entrare in questo settore, tanto più ora che le aziende di mining sono letteralmente in fuga dalla Cina.

Le criptovalute nel sud est asiatico

Ad oggi, il Laos non è l’unico paese del sudest asiatico ad interessarsi di criptovalute. La Cambogia ha dall’ottobre 2020 una sua valuta digitale, chiamata Bakong, lanciata dalla National Bank of Cambodia ed il cui portafoglio elettronico (il wallet) è posseduto da circa 200mila persone, nonostante si ritenga che a beneficiarne tramite app bancarie collegate siano stati in sei milioni.

La stessa Cina ha una criptovaluta di stato, lo yuan digitale, il che fa sospettare che le recenti proibizioni abbiano anche il fine di liberarsi della concorrenza. In ogni caso, in tutto il mondo le banche centrali stanno valutando la direzione da prendere.

Altro paese che sta scegliendo la via digitale è la Thailandia, almeno a quanto dichiara l’Autorità del Turismo Thailandese che sta pensando di creare una propria moneta virtuale – il TAT coin – destinata soprattutto a rivitalizzare il settore del turismo, uno dei più coinvolti dalle nuove tecnologie legate alle criptovalute.

L’uso delle valute digitali in viaggio potrebbe essere, in realtà lo è già, una vera e propria rivoluzione per il mondo dei viaggi, che aiuterebbe inoltre a semplificare lo spostamento ed il soggiorno in paesi dove le tradizionali forme di pagamento elettroniche potrebbero avere infrastrutture un po’ carenti.

Farsi un’idea sul mondo delle monete digitali non è semplice, spesso le opinioni sono interessate oppure poco informate. Resta il fatto che le criptovalute potrebbero diventare un importante fattore di sviluppo economico per paesi più in difficoltà come nel caso africano, continente in cui l’uso delle criptovalute è cresciuto in un anno del 1200%.

Basti citare poi El Salvador che, il 7 settembre 2021, è diventato il primo paese al mondo a legalizzare il Bitcoin come valuta, decisione che ha suscitato l’interesse di diversi altri paesi. Per tutto ciò, il mining ed il trading possono essere per il Laos ben più che una scommessa azzardata.

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