Tutti conoscono la bellezza di Luang Prabang, con i suoi templi e la splendida zona pedonale, pochi conoscono invece Champasak, all’estremo opposto del paese. Nonostante Champasak dia il nome alla provincia del sud del Laos in cui si trova, la capitale provinciale è Pakse. In più Champasak è piccola e dai ritmi rilassati anche in confronto agli standard laotiani.
Ma allora cosa unisce Luang Prabang con questa sonnolenta cittadina? Una cosa, anzi due. La prima è l’essere entrambe adagiate sul Mekong, ma ciò è comune a molte città del Laos, la seconda è essere stati capitale di un regno.
Il Regno di Champasak
Nonostante sia difficile immaginarlo, Champasak ha una lunga storia alle spalle. Incluso il fatto di essere stata la capitale di uno dei regni sorti all’inizio del XVIII secolo dopo la dissoluzione del Regno di Lan Xang. Un regno che includeva parti di quella che oggi è la regione thailandese dell’Isaan, ma anche del Vietnam e della Cambogia. In realtà il passato di Champasak affonda le sue radici ancora più lontano, fu infatti parte degli antichi regni preangkoriani di Funan e Chenla, anzi secondo alcuni studiosi la capitale di Chenla si trovava proprio nei dintorni di Champasak.
La storia del regno di Champasak è stata travagliata, trovandosi vicino al confine sia con la Cambogia che con la Thailandia, la zona è stata spesso oggetto di conflitti. Proprio la Thailandia fu responsabile della distruzione della capitale del regno, sul finire del XVIII secolo, quando venne anche sottratto il palladio locale. Questa statua chiamata Phra Keo Phaleuk Mok, il Buddha di cristallo, oggi si trova a Bangkok nel palazzo di Dusit. Agli inizi del XIX secolo Champask divenne vassallo proprio del Siam, verso il finire del secolo entrò poi nell’orbita coloniale francese.
L’epoca coloniale
Sotto il controllo francese continuò il declino di Champasak, a cui venne preferita Pakse. A motivo di questa scelta, anche il fatto che Champasak, a differenza delle altre capitali provinciali laotiane, si trova sulla sponda ovest del Mekong invece che su quella est. Ancora oggi Pakse, il cui nome significa estuario del fiume Se, presenta diverse tracce del passato coloniale nei suoi edifici. A Champasak invece bisogna indovinare nei resti delle costruzioni lungo la via principale, quelle che una volta furono residenze reali. Champasak è veramente un viaggio nel passato oscuro del Laos.
Schiacciata tra il fiume e le montagne, la provincia di Champasak oggi è un importante centro di produzione agricola, soprattutto tè e caffè coltivati sul vicino altopiano di Bolaven. Dal 2002, grazie all’apertura del ponte a Pakse, le esportazioni sono notevolmente aumentate ed il mercato di Talat Sao Heung, vicino al ponte, è diventato uno dei più animati di tutto il Laos. Tuttavia di questa crescita sembra averne beneficiato soprattutto la capitale provinciale Pakse, meno Champasak.
Cosa vedere a Champasak
Wat Phou: sicuramente il motivo principale che porta i viaggiatori a Champasak. Questo tempio è stato edificato ai tempi di Angkor sulle rovine di un luogo di culto preesistente. Meno monumentale di Angkor Wat, l’ambiente in cui è inserito, insieme all’assenza di folla, lo rendono un luogo molto interessante da visitare. Sull’altra parte del fiume il tempio di Um Tomo è ritenuto far parte dello stesso complesso. Wat Phou è uno dei templi più belli tra quelli di Laos e Cambogia;
Kiet Ngong: questo villaggio è il centro di un interessante progetto di eco turismo, che interessa l’area protetta di Se Pian. Da qui partono percorsi di trekking nella foresta, dove vivono bufali ed elefanti, molto apprezzata anche la possibilità di potersi dedicare all’esplorazione in canoa;
Ban Nong Bueng: se sei in viaggio sulla Strada N.13, la principale arteria del Laos che corre da nord a sud unendo il confine con la Cina a quello con la Cambogia, questo villaggio merita una sosta. Si tratta di un villaggio abitato da Lao e dalla minoranza Taoy, famoso per il suo artigianato;
Don Daeng: sei sei alla ricerca del Laos più autentico, non puoi perdere la visita a questa bucolica isola situata giusto di fronte a Champasak. L’isola può essere raggiunta solo in barca, partendo da Ban Phapin circa 2km a nord di Champasak. Sull’isola solo una decina di villaggi e tanta natura;
Wat Muang Kang: tutte le mete che abbiamo visto sono nei dintorni di Champasak, ma l’ex capitale riserva una sorpresa. Tra le pochissime attrazioni dentro Champasak, questo templio è tra i più belli del Laos meridionale. Nella sua architettura influenze thai, khmer, francese, vietnamite e birmane.
Buon viaggio nel sud del Laos!