Quella parte di Sud-Est asiatico che si trova tra i confini di Birmania, Thailandia e Laos viene comunemente chiamata triangolo d’oro. Terra di oppio e pietre preziose, questa parte d’Asia è da sempre centro di traffici, non sempre leciti, e meta di avventurieri.
La provincia laotiana di Bokeo si trova proprio nel cosidetto triangolo d’oro ed è significativo che il suo nome significhi “miniera di gemme”, mentre il nome che aveva in passato, Hua Khong, significava “alla testa del Mekong”. La presenza del maestoso fiume è per Bokeo un’importante risorsa turistica, che fa di questa piccola provincia, la più piccola di tutto il Laos, un importante porta verso il resto del paese.
Il passaggio obbligato: Huay Xai
La capitale di Bokeo, HuayXai, è infatti tappa obbligata per tutti coloro che dalla Thailandia vogliono raggiungere Luang Prabang navigando le acque del Mekong. La posizione di questa città ne fa anche un’importante crocevia verso la vicina, e sempre più apprezzata dal turismo internazionale, provincia di Luang Namtha, ma anche verso la Birmania e la non distante Cina. La provincia di Bokeo si trova infatti sull’antica rotta commerciale che dallo Yunnan raggiungeva la Birmania.
Oggi l’economia di questa provincia laotiana oltre che al turismo è molto legata alle miniere di pietre preziose, anche grazie alla realizzazione di una zona economica speciale, la Golden Triangle Special Economic Zone (GT SEZ). Città come detto spesso solo attraversata, Huay Xai non offre grandi attrazoni, ad eccezione dei numerosi templi costruiti in epoca abbastanza recente, tra cui si segnala il Jom Khao Manilat edificato secondo lo stile architettonico cinese.
I dintorni di Bokeo e del triangolo d’oro
Più interessante invece il territorio circostante, costellato da villaggi abitati da molteplici etnie. La provincia di Bokeo, nonostante le sue piccole dimensioni, ospita ben 34 gruppi etnici diversi, seconda in questa particolare classifica solo alla confinante Luang Namtha. In particolare si segnala il villaggio di BanNamSang Hill, a circa 20 km di strada da Huay Xai, dove vive la poco numerosa etnia Lao Huay.
Molto interessanti anche le aree protette della provincia, come la Bokeo Natural Reserve, creata nel 1997 per la protezione del gibbone dalla cresta nera, dopo che vennero trovati diversi esemplari di questo animale creduto estinto. Qui vivono anche elefanti e bufali d’acqua, ma anche tigri ed orsi. Il gibbone rappresenta una delle grandi attrazioni di Bokeo, grazie alla presenza del Gibbon Experience, un centro dedicato alla sua conservazione, che offre la possibilità di soggiornare nella riserva e fare trekking nella natura selvaggia per ammirare questo animale. Il centro si occupa anche di progetti che coinvolgono le comunità locali per favorire lo sviluppo di un’economia di sussistenza sostenibile.
Bokeo ed il cibo
Ma Bokeo significa anche cibo, visto che una delle principali attività di molti villaggi della provincia è la produzione deikanomjeen o vermicelli di riso, che vengono esportati in Thailandia tramite il posto di frontiera di Chiang Khong; si scopre così che uno dei tipici piatti thailandesi proviene dal Laos. I kanom jeen sono spesso mangiati accompagnati dalla phlaraa, una famosa salsa di pesce fermentato. I villaggi di Bokeo sono conosciuti anche per la produzione di alcolici come il Sa Tor ed il Kasae. In particolare il villaggio di Ban Tom Lao è particolarmente rinomato per queste bevande il cui tasso alcolico è difficile da calcolare ma che supera comunque i 40°.
Infine una particolarità della provincia di Bokeo. Chi si trovasse in Thailandia può entrare in Laos senza visto: dalla cittadina thailandese di Sop Ruak si può raggiungere Don Sao, un’isoletta nel Mekong, assaporando così un po’ di sapore laotiano.