Tra i paesi del sudest asiatico, il Laos è forse quello dove lo sguardo è più importante. Grazie alla sua conformazione, il paese offre al visitatore una diversità di paesaggi che mancano per esempio in Cambogia, la leggendaria calma dei suoi abitanti, inoltre, permette a chi visita il Laos di procedere con maggior lentezza guardandosi attorno. Osservare è quindi fondamentale per capire il Laos, non fosse per il carattere riservato del suo popolo, così da farne un paradiso per i fotografi che possono immortalare panorami oppure far diventare opera d’arte le rughe che solcano il volto di una anziana donna in un villaggio Hmong.
Per il lettore italiano, le immagini permettono anche di supplire ad una grave mancanza nel panorama editoriale nostrano. I libri sul Laos non sono molti, perlopiù si tratta di diari di viaggio, rendendo praticamente obbligata la lettura in altre lingue per chi volesse approfondire la conoscenza di questo splendido paese.
Per un caso fortuito sono venuto a conoscenza a distanza di pochi giorni, di ben due libri sul Laos di autori italiani che oltre che scrittori sono anche fotografi, due libri quindi dove le immagini hanno una grande importanza, dando al lettore la possibilità di immergersi nell’anima del Laos e dei suoi abitanti.
Lem – Viaggio iniziatico di un piccolo Buddha
l primo libro è “Lem – Viaggio iniziatico di un piccolo Buddha” scritto da Laura Leonelli per l’editore Contrasto Books. L’autrice è giornalista, specializzata nella scrittura di fotografia e viaggi per alcune riviste di assoluta rilevanza nazionale.
In questo libro segue Lem, bambino proveniente da un villaggio contadino, per più di tre anni nel suo percorso di formazione all’interno di un monastero buddhista. Dalla prima vestizione del saio arancione sino all’incontro con la morte, pagina dopo pagina veniamo immersi nella quotidianità di Lem e dei monaci di Luang Prabang, con uno spaccato di vita unico e corredato da splendidi fotografie.
Le vicende di Lem ci dicono molto non solo di come viva un monaco buddhista theravada, la tradizione maggioritaria in Laos e nel sudest asiatico, ma anche della società laotiana, del ruolo della religione e di come il buddismo si sia fuso con un credo animista preesistente ed ancora oggi vivo all’interno di cerimonie quali quella del baci. Attraverso le pagine di questo libro possiamo anche capire quanto il monastero sia fondamentale nel panorama sociale del Laos, supplendo alle carenze del sistema statale per esempio nella formazione scolastica, uno dei motivi che spinge le famiglie ad affidare i loro figli ai monaci.
Laos, all’ombra delle dighe
La seconda piacevole scoperta libraria la devo all’amico Pino, autore e fondatore di Terre Sotto Vento, un sito web dedicato al sudest asiatico, ricchissimo di notizie ed analisi politiche e sociali. In questo caso ci spostiamo da Luang Prabang per recarci sulle acque del Mekong con “Laos, all’ombra delle dighe” opera di Alessandro Zunino per Canneto Editore. L’autore, fotografo e filmmaker, affronta un tema molto delicato nel Laos odierno, ossia le conseguenze delle dighe costruite sul Mekong da imprese cinesi, per diversi commentatori una vera e propria svendita della sovranità nazionale da parte del governo di Vientiane.
Storicamente il Laos ha sempre dovuto barcamenarsi tra vicini potenti, in tempi recenti Cina e Vietnam, con un ondeggiare di alleanze sinuoso come i movimenti di una danza tradizionale. Zunino concentra la sua attenzione sulle popolazioni direttamente coinvolte in questi progetti, allontanate dai loro villaggi destinati ad essere sommersi e costrette a mutare il proprio stile di vita.
Secondo il governo trasferite in centri dotati di migliori servizi, secondo i critici trasferite invece in luoghi che ricordano le riserve indiane. Tema non secondario che emerge dalle pagine del libro, è poi l’effetto che le dighe hanno sull’ecosistema laotiano.
Rispetto agli altri paesi del sudest asiatico il Laos è forse meno appariscente, ma anche questo contribuisce al fascino di questo paese da sempre chiuso all’interno di confini sia geografici che politici, che ne fanno un vero e proprio tesoro da scoprire. Per conoscere il Laos serve concentrazione, anche nello sguardo, strumento indispensabile per coglierne le silenziose contraddizioni. In Laos anche la Storia sfuma nel mito, quasi evaporasse come la nebbia che all’alba nasconde le cime dei monti del nord, diventando sfuggente come il carattere del suo popolo, così legato al silenzio di chi sta guardando oltre, senza avere fretta alcuna.